Dopo il via al Concorso, il Centro Donna Ceteris incontra le scuole nel territorio di Cagliari.

"GeneriAmo" è molto di più che un concorso, è una missione; una missione che ricuce storie, entusiasmi, parole, sorrisi, un progetto che mette al centro la scuola, i suoi protagonisti, le sue iniziative: studenti, studentesse, ma anche docenti.

In questi giorni Donna Ceteris ha percorso alcune delle scuole coinvolte nel concorso, viaggiando da Guspini a Muravera, ​da Cagliari a Quartu, passando per Selargius. Comunità scolastiche che ci hanno accolto trasmettendoci la vitalità buona della scuola, la sua creatività, la sua autenticità e, più di tutto, valori e parole contro la violenza di genere.

Con le nostre operatrici abbiamo incontrato delle classi straordinarie, mosse dalla qualità dell'insegnamento, dalla competenza didattica, dalla volontà del sapere. Ascoltare. Raccontare. Capire. Sono i verbi che abbiamo raccolto dal confronto con i tanti studenti e studentesse; i verbi della prevenzione; i verbi della tutela.

Portare il tema della violenza nelle scuole significa sapergli dare un significato nuovo, una pedagogia che proviene dal basso, costruita con le esperienze di chi vive la scuola, di chi c'è dentro. In questo senso, "GeneriAmo", diventa un modo per scoprire come, la piaga della violenza di genere, viene vissuta ed interpretata dai giovanissimi, nel loro vissuto quotidiano, nelle loro emozioni.

Il viaggio nelle scuole ci fa capire che i ragazzi e le ragazze hanno un gran bisogno di parlare e sono pronti a scardinare i pregiudizi assorbiti dai media, i cliché della cattiva informazione, i titoli impropri, sensazionalistici o banalizzanti. Perché la violenza è qualcosa di più: è qualcosa che proviene da molto lontano, è il frutto di violenze perpetuate e condotte ad un epilogo prevedibile, oltreché drammatico.

Dalle scuole dobbiamo dunque imparare a reagire con linguaggi e strategie nuove, dobbiamo ritrovare il sogno di riscattare tutte le donne del mondo che sono state usurpate e violentate. Donne che vorrebbero solo urlare la verità e non nascondersi più dietro le porte chiuse. Donne che hanno bisogno di noi. Dei loro figli. Delle nostre scuole.